martedì 19 febbraio 2008

Pubbl 63 RAFFAELE CUTOLO




Da qualche mese a questa parte mi sono reso conto che su internet si parla molto, in bene e in male, di Raffaele Cutolo (detto ‘O Professore), capo della Nuova Camorra Organizzata, da più di quarant'anni anni in carcere. Ho provato a chiedermi il perché e mi sono voluto documentare meglio. Quando ero più piccolo, lavorai su un film di Giuseppe Tornatore, dal titolo “Il Camorrista” tratto dal libro che ho suggerito come libro del mese di febbraio. Poco sapevo di Raffaele Cutolo e della NCO, se non del fatto che uno straordinario Ben Gazzara interpretava forse il più violento e sanguinario capo di camorra. A distanza di tanti anni, su internet scopro blog e commenti positivi a lui dedicati e numerosi dialoghi virtuali che ne ricordano il “personaggio” e le sue gesta.
Solamente dopo aver letto il libro di Marrazzo ho cominciato a comprendere meglio la NCO e Cutolo stesso ed ho trovato una sostanziale differenza tra lui e gli altri boss di mafia, camorra e ‘ndrangheta. Il personaggio Cutolo è molto diverso dai personaggi raccontati ad esempio nel libro su Giovanni Brusca (l'uomo dell'attentato di Capaci).Mi sono domandato perché molti lo rimpiangono (molti napoletani) e ho provato a darmi delle risposte leggendo il libro e documentandomi con testi e internet. Spiegare tutto diventerebbe troppo lungo e lascio, a chi vuole, l’opportunità di dire la sua. Voglio riportare solo alcuni stralci del libro di Marrazzo che forse spiegano perché oggi a Napoli qualcuno ne sente la mancanza.
“…ormai il reclutamento nella NCO era quasi spontaneo. Centinaia di giovani dei quartieri più poveri di Napoli aderivano spontaneamente…erano ragazzi senza ideali, senza bandiera, senza scopi, ai quali Raffaele Cutolo forniva la possibilità di sentirsi inseriti in una struttura concreta operante, vincente….Napoli e il suo entroterra versavano in una condizione generale di miseria, di disordine, di abbandono. E’ in questo clima che nessuno si rese conto del pericolo della crescita della NCO. Ci fu una sottovalutazione del fenomeno sia da parte delle autorità, sia sul fronte dei miei avversari. Per la mia ascesa debbo ringraziare sia il quetsore Colombo, fratello del Ministro, che il capo della mobile Bevilacqua. Rimasero entrambi insensibili ai mutamenti, anche quando videro il numero dei morti ammazzati aumentare verticosamente nel giro di due anni.

…Ho sempre detestato quei falsi camorristi che si prestano a coprire le malefatte dei prepotenti in danno della povera gente…..alla stazione di benzina di Palma di Campania sono intervenuto con un caporale che bistrattava due, tre ragazzine. Non avevano più di tredici anni. Erano duecento, trecento tutte giovanissime che aspettavano di essere caricate sugli autobus per ritornare a casa a duecento Km di distanza. Tre ore di viaggio la mattina e tre la sera per venire a lavorare qui, con una paga da fame. Avrebbero l’età per giocare e andare al mare e invece sono condannate curve a raccogliere pomodori…..abbronzate sotto le grandi paglie gialle e attente a non farsi toccare i bei culetti raccolti nei jeans attillati. Una toccata se va bene, più spesso i caporali le insidiano tra le siepi. Chi si ribella non viene richiamata per la stagione successiva e allora le succede anche di peggio. …..Alla stazione di benzina un caporale ne stava spingendo malamente tre sul pulman, lo presi per il bavero della camicia e……………………”

Raffaele Cutolo fu incaricato dai politici e dai servizi segreti di trattare con i capi delle BR per far rilasciare l’assessore della DC Ciro Cirillo, il brano che ne segue descrive l’atteggiamento del Boss nei confronti dei politici che non mantennero le promesse dichiarate in fase di trattativa. Ciro Cirillo aveva molti segreti nel cassetto e soprattutto le numerose prove di collusione tra il suo partito e le organizzazioni malavitose. Era un uomo diventato ricchissimo.
“….Non immaginavo ancora di quali infamie, sporche bugie e tradimenti siano capaci gli insospettabili, i perbene, i personaggi altolocati, abilissimi nello scrollarsi di dosso responsabilità e colpe. A loro è sufficiente una dichiarazione ai giornali per dire di non aver mai conosciuto Raffaele Cutolo, mai visto, mai contattato.”

Questo libro mi ha fatto pensare al perché di tanto parlare su uno che è in carcere per 9 ergastoli.
Forse Napoli e il sud, sono stati sempre dimenticati dalle istituzioni e dallo stato. Perché un giovane dovrebbe scippare, contrabbandare, vendere droga…?Forse è l’ambiente e la precarietà che lo spingono a questo? Forse è perché il padre, il nonno, gli zii, i cugini hanno fatto o fanno lo stesso? Chi è che sa del lavoro minorile, dello sfruttamento dei ragazzini? E la spazzatura? La spazzatura c’è sempre stata…il dramma c’è sempre stato. Ed è veramente colpa della camorra? O la camorra approfitta delle incapacità dello stato e dei suoi governi. In cosa devono credere i giovani di oggi? Nelle parole smielate e ripetute di Veltroni che grida “Una nuova Italia è possibile”. E fino ad oggi che hanno fatto? Non sono frasi ripetute? Oppure deve credere in Berlusconi. Nel suo ottimismo, nei suoi sorrisi. Può un vent’enne di Scampia credere in Berlusconi? E in Casini? Che sembra un delegato di cardinali e vescovi.
E’ vero Cutolo è stato un criminale, ma ho voluto sapere qualcosa di più di questi criminali e alla fine non mi sembrano peggio dei criminali “perbene”.
Quei perbenisti che, guardacaso, alla fine hanno sempre a che fare con i vari Cutolo, Riina, Provenzano, Liggio, Greco, ecc.
Siamo sicuri che i giovani in difficoltà per il loro presente e per il loro futuro, vogliono come leaders Veltroni, Casini, Bertinotti, Santanchè, Berlusconi e chi ne ha più ne metta. Siamo sicuri?
O forse sono talmente alla disperazione che se domani venisse fuori un nuovo Cutolo, un nuovo Mussolini, un nuovo pazzo che sa comunicare e sa dare loro quello che gli stessi hanno diritto di avere, ne diventerebbero subito seguaci?
Per quello che mi riguarda, e lo dico con assoluta onestà di sentimento e con decisa fermezza, dichiaro i politici attuali molto più criminali di Cutolo.
Ed inoltre sono vigliacchi perché sanno bene nascondersi dietro le loro malefatte. Sanno mentire e sanno come comunicare con la gente al fine di sottometerla, seppur inconsciamente, alle loro strategie, alle loro volontà. Quando vedo tanta gente che sventola le bandiere di un qualunque partito politico, al comizio del suo leader, mi viene rabbia. Camorra, mafia, e altro sono esistite ed esistono perché servono anche alla politica. E la mafia non è solo quella del picciotto con coppola e lupara, ma è un MODO DI FARE, DI PENSARE DI AGIRE, CHE SEMPRE DI PIU’ APPARTIENE A CHIUNQUE ABBIA ANCHE UNA MINIMA OCCASIONE DI ESERCITARE POTERE OVUNQUE. VEDO MAFIA NELL'ATTEGIAMENTO DEI POLITICI, DEI LORO GREGARI...NEL COMPORTAMENTO DI DIRIGENTI STATALI, COMUNALI, PROVINCIALI. VEDO MAFIA ANCHE NEI NON MAFIOSI.

Roma Fabrizio

3 commenti:

lupo42 ha detto...

Caro R-F,
intanto bentornato ! Ho visto che sei stato colpito da un virus (il tuo pc ... non tu, ma è sempre una rogna quando capita). Venendo a noi, il tuo post di ieri è bello tosto, devo dire. E affronta degli argomenti complessi ed anche difficili da commentare. Sinteticamente mi ci provo. Sappiamo ormai che in certe aree del nostro paese la malavita organizzata non si può più ritenere semplicemente un'organizzazione a delinquere, ma addirittura una forma "statale", che in determinate situazioni sostituisce proprio lo stato, le istituzioni che non ci sono più (o forse non erano mai stati presenti appieno neanche prima). Questo è un dato di fatto. Basta pensare a ciò che si trova davanti il pref. De Gennaro a Napoli, costretto in pratica ad alzare bandiera bianca rispetto al problema drammatico della "monnezza". Oppure alle donne dei quartieri spagnoli che in molte occasioni, durante gli interventi delle forze dell'ordine per arrestare dei delinquenti, hanno sempre contrastato l'azione di poliziotti e carabinieri. D'altra parte, chi paga ai loro figli e mariti regolarmente ottimi stipendi ? La gente sa essere riconoscente a chi la protegge e le dà di che vivere: e non si tratta dello stato, questo è certo. Per spezzare il legame di un'intera società invischiata e collusa con camorra, mafia, 'ndrangheta ci vorrebbero due cose, secondo me: educazione (quindi scuola) e rispetto per l'autorità statale (quindi istituzioni forti e autorevoli). Purtroppo non si vede niente del genere, soprattutto non si vede una classe politica in grado di avviare un tale processo di rinnovamento, lungo e difficile. Hai ragione R-F, i nostri politici sono peggio dei delinquenti camorristi o mafiosi, e vivono di parole e promesse elettorali. Vuote le une e false le altre. Ma io voglio pensare che saremo comunque in grado di distinguere con attenzione quelli a cui affidare il governo dell'Italia nei prossimi cinque anni. Almeno lo spero, perchè non posso vivere senza sperare e credere in qualcosa, nonostante gli anni che ho e le schifezze che ho visto e continuo a vedere nella mia vita.
Sarò un illuso, ma credo che ce la faremo ! Ciao e ... non cedere al pessimismo, mi raccomando.
Lupo.

Unknown ha detto...

Bentornato!
Il post di oggi non ha bisogno di nessun commento o rettifica.
Le tue sono sacrosante parole che io condivido pienamente.
Ciao.

DolceBuba ha detto...

Bentornato, spero che il tuo pc ora sia a posto... Quoto Mari': anche secondo me il tuo intervento non ha bisogno di commenti. Riesci sempre a proporre argomenti con molta profondità. Complimenti....