sabato 29 marzo 2008

Pubbl 70 QUANTO E' CARA LA BENZINA!?!

In Italia, da un bel pò di tempo si è pensato più ad allungare la vita ai "vecchi" che mantenere in vita i "giovani".
(Roma Fabrizio)

Questa penosa campagna elettorale continua su questa strada tra menzogne, formule magiche dell'ultima ora, affermazioni deliranti.

Comunque tornerò sull'argomento. Nel frattempo, girando tra i siti e i programmi dei partiti e dei candidati, la cosa più interessante l'ho trovata nel sito dell' unione democratica consumatori. Riporto di seguito la descrizione delle voci che compongono il costo della benzina, mi sembra interessante.

Roma Fabrizio

Lo abbiamo detto, ma è meglio ripeterlo: in Italia paghiamo le tasse sulle tasse! Uno degli esempi più eclatanti è quello della benzina e la tabella qui riportata ne è un chiaro esempio:

euro cent/litro % prezzo alla pompa
prezzo del carburante (costo) 43,72 32,10%
margine lordo medio 01/2004 – 06/2007 13,37 9,80%
accisa 56,4 41,40%
iva 20% 22,7 16,70%
prezzo ottimale alla pompa 136,19 100%
prezzo medio effettivo alla pompa 138,87 2%
matgine lordo compagnia/gestore dic. 2007 13,37 10,90%
margine lordo compagnia/gestore 10/03/08 15,61 11,20%

Come si vede, più della metà del costo della benzina va in tasse, le accise, ovvero sia le imposte di fabbricazione e consumo, quelle utilizzate dai governi come vere e proprie “tasse di scopo” (il quale scopo si perde però nella notte dei tempi, basta vedere nell’elenco di seguito riportato) sia, e per ben il 16,7% in IVA. IVA calcolata, ovviamente, anche sulla parte del prezzo costituita dalle tasse suddette.

Le accise sulla benzina:
1,90 lire nel 1935 per finanziare la guerra di Abissinia (sic!)
14 lire per la crisi di Suez nel 1956 (sic!)
10 lire per il disastro del Vajont nel 1963
10 lire per far fronte all’alluvione di Firenze nel 1966
10 lire per il terremoto nel Belice nel 1968
99 lire per il terremoto del Friuli nel 1976
75 lire per il terremoto in Irpinia nel 1980
205 lire per la missione in Libano
22 lire per la missione in Bosnia nel 1996

La penultima accisa la ritroviamo soltanto nel 2003 per trovare i fondi necessari al rinnovo del contratto degli autoferrotranvieri, circa 0,02 euro di accise addizionale sui carburanti. L’ultima accise, decisa nel febbraio 2005, è servita per finanziare il rinnovo degli autobus inquinanti nel trasporto pubblico.Due riflessioni dunque:1) Sul costo complessivo della benzina, il prezzo effettivo è poco meno di 1/3, il margine lordo poco meno di 1/10 e le tasse di poco inferiori al 60%.2) Ogni volta che aumenta il prezzo del carburante c’è una maggiore entrata erariale per lo stato e una minore entrata per il cittadino.
A pensar male di solito si fa peccato, ma spesso ci si azzecca…sarà per questo che difficilmente i governi intervergono con maggiore tempestività per limitare il costo dei carburanti?
(fonte sito dell'Unione democratica per i consumatori )

martedì 18 marzo 2008

Pubbl. 69 LIBERTA'

JUST A DREAM AND THE WIND TO CARRY ME
AND SOON I WILL BE FREE........

lunedì 10 marzo 2008

Pubbl 68 IL PERSONAGGIO DEL MESE

Il 5 marzo del 1922, nasceva Pier Paolo Pasolini.
Oggi avrebbe 86 anni, ma quelli come lui non possono che morire giovani.
Nel novembre del 1975 fu trovato morto ad Ostia.
Pier Paolo Pasolini è stato un grande intellettuale, di quelli veri, che hanno dato un grande contributo al patrimonio culturale dell’Italia, ma che non vengono mai studiati o fatti conoscere abbastanza.
Per alcuni è stato poeta, scrittore, filosofo, regista, attore…….In realtà è riuscito veramente ad essere tutto ciò, ma per me, oltre che un filosofo, è l’unico che ha saputo raccontare veramente la Roma vera delle borgate e delle periferie di quegli anni un po “disordinati”.
E’ stato un narratore cinematografico semplicemente geniale. E lo dico col massimo della convinzione, specialmente oggi che si parla di talenti innegiando a Moccia o a Silvio Muccino.
Nella poesia di Pasolini c’è movimento, c’è il cinema, così come nei suoi racconti e così come nel suo cinema c’è quella poesia che, seppur drammatica, grottesca, viscerale era il linguaggio di Roma, di una Roma diversa da quella borghese del centro e dei nuovi quartieri bene.
Ho visto quasi tutti i film di Pasolini, anche quelli più “forti” e criticabili, ma non mi stanco mai di rivedere: “Accattone” – “Mamma Roma” e “Uccellacci e Uccellini”. Quest’ultimo, un racconto bizzarro, grottesco, straordinariamente ricco di emozioni seducenti. Totò si dimostra un gran Maestro d’arte, l’arte del recitare. Egli è ricco di umiltà nell’assecondare le scelte di una sofisticata regia e drammatico e clownesco contemporaneamente, privilegio unico suo e di Chaplin. E poi Ninetto Davoli, realistico e semplicemente naturale, è il personaggio più indovinato. Nel film c’è una Roma inedita e tutta da costruire, dove, campagna e baracche, stanno per essere ingoiate dal cemento dei nuovi quartieri.
Nel filmato che si vede (cliccando sul link in fondo al post) mi fa piacere notare quali siano i toni e il linguaggio usato in una trasmissione della rai. I contrasti sono evidenti, ma non solo non si urla, ma nemmeno si parla ad alta voce, cosa che oggi fanno anche i conduttori dei Tg. E’ meraviglioso ascoltare i contenuti e le argomentazioni diverse degli ospiti, i loro contrasti, le loro opinioni. Pasolini è eccezionale e dimostra di conoscere bene il meccanismo della televisione, quando ancora era un importante strumento di comunicazione e di unione tra il nord e il sud d’Italia e ancora distante dalla decadenza di oggi. Sono cambiate molte cose da quegli anni, ma soprattutto le persone ed i comportamenti. Qualcuno potrebbe dire che erano anche anni in cui si sparava per strada e si mettevano bombe. E’ vero, ma il terrorismo e la strategia del terrore si sono evoluti, si sono trasformati. La disinformazione e la manipolazione comunicativa stanno uccidendo e uccidono più delle bombe.

Roma Fabrizio

http://www.youtube.com/watch?v=A3ACSmZTejQ

mercoledì 5 marzo 2008

Pubbl 67 STIMOLI E VALORI, POLITICA E DOLORI



In questa Italia, ispiratrice di valori, custode di antiche tradizioni, madre di culture e popoli diversi; in questa Italia semplice e produttiva, non più ricca e allo sbando, si va incontro ad una nuova campagna elettorale dove, ancora una volta, valori, tradizioni e morale ispirano slogan di propaganda insulsa e deficiente rivolta, con troppa presunzione, al popolo sempre più sottovalutato perché portato alla dipendenza e al servilismo da poteri più o meno occulti, ma certamente maestri nella comunicazione e nel “con-vincere”.
Di fatto bisogna prendere coscienza di una cosa e cioè che i governi saranno sempre in mano ad una elite di potere ed il cittadino è sempre più disinformato, incopetente e quindi inattivo nei confronti di una eventuale seria contrapposizione. La partecipazione deriva dall’essere informati e quindi i poteri fanno in modo di distrarci e disinformarci per ridurci così all’inattività. Inattivi concretamente, dato che comunque alla fine il popolo risponde, con discussioni, lamentele, voti, all’attività politica, ma senza dare un contributo sensibile per cambiare le cose.
Roma è già piena di cartelloni 6x3, gli stessi che dovevano un tempo essere aboliti, con le facce dei soliti noti, con sguardi impostati, studiati; sorrisi forti o poco accentuati.
“E’ ora di cambiare l’Italia” scrive chi l’Italia l’ha anche governata.
“E’ ora di premiare chi merita”, ma vorrei chidergli come e quali sono i parametri per stabilire chi è più meritevole.
“E’ ora di aiutare le famiglie” , ma le famiglie sono ormai rovinate e quando si sono aiutate lo hanno fatto sempre da sole. Per aiutarle bisogna cambiare interamente un sistema economico, più che politico, che queste belle facce non cambieranno mai poiché sarebbe essenzialmente una vera e propria rivoluzione che li colpirebbe in pieno.
Questo solo per parlare dell’UDC di quel bel Casini, genero di uno degli uomini più ricchi e potenti d’Italia, tal Caltagirone, al quale forse l’onorevole dovrà a vita qualche favoruccio.
Ma c’è anche Veltroni, proprio lui quello del video e degli applausi del pubblico che non si informa ma si lascia “con-vincere”, che a breve cambierà nome con Veltrusconi, che da buon furbetto si rivela sempre più democristiano, nei programmi, nei modi, nella comunicazione. Tanto democristiano da avere come sede un ex convento, da avvicinarsi sotto sotto al cavaliere e al suo delfino, tal Gianfranco Fini, uomo cattolico e di chiesa dai sani principi che lascia la moglie per una ex valletta di trent’anni di meno.
Ma queste sono faccende personali e la politica è fatta d’altro (dicono i politici). No, cari signori, la politica è una faccenda sociale e quindi personale. Gli impegni personali vanno rispettati e garantiti. Gli esempi sono sempre personali. Il politico deve rappresentare e tutelare chi lo vota, peccato che anche questa volta non saprà mai chi l’ha votato, come, chi vota, non saprà mai a chi avrà dato il suo voto, oltre il simbolo prescelto naturalmente.
Così anche questa volta si va a votare lo sconosciuto, o meglio il conosciuto ma solo dalle segreterie e dai direttivi del partito.
Certo per le amministrative non è così, puoi scrivere il nome e cognome della tua preferenza e troverai spesso belle sorprese, chi era di la, sta ora di qua, chi era al centro va a destra…chi a sinistra al centro e così via.
C’era una volta il “vaffa day”, con uno straordinario comico impazzito che non si è mai privato di dire la sua. E ne ha dette, e come…….
Ha tirato fuori, tra una battuta e l’altra, quanto di più lercio nascondeva questa Italia, con la sua classe dirigente e politica. Ha movimentato associazioni, pensieri, masse; ha riempito teatri e piazze, hanno parlato di lui tanto anche all’estero, tanto di riconoscerlo tra gli uomini più popolari d’Italia, forse il più popolare.
Molti i suoi fans, anzi adepti. Molti incazzati cittadini che non ne possono più dei soliti politici e della politica del palazzo.. Gli stessi che sotto il nome dell’ ”Alto Grillo”, presentano schede, simboli e liste per le prossime elezioni. Gente pulita, gente per bene, che difficilmente però riuscirei a vedere districarsi tra le fauci di squali “carcharodon carcarias” (squalo bianco) ormai predoni dell’oceano politico italiano.
Cosa potrebbero mai questi “merluzzetti”? Gente senza condanne, senza pregiudizi. Persone che amano le verità e odiano menzogne e bugie. Gente che non sa corrompere, che non sa fare promesse, che non sa impostare campagne elettorali, che non ha buoni artefici della comunicazione alle spalle, se non il loro leader. A proposito, ma il loro leader? Li lascia andare così allo sbaraglio senza una copertura, senza un’immagine potente e venerata come quella magari del Senatur?
Mi viene quasi da pensare che quel Grillaccio del leader dei “Grillini” abbia come gettato il sasso e nascosto la mano. Perché non ha costituito un partito o un movimento da lui guidato e riunito sotto di se tutta questa gente di buona volontà e corso proprio per la poltrona di primo ministro? Non sarebbe stata questa una bella e vera e propria rivoluzione?
Insomma costruisce un esercito e lo manda in guerra senza generale e senza strategia, se non quella di mandare affan……?
Non è che forse lui più che un generale è un intrattenitore, professionalmente eccellente, che ha usato come mezzo del proprio ultimo successo l’insuccesso della politica italiana?
Boh!!!
E’ ovvio che in questa battaglia per i valori e per il rilancio dell’Italia, come qualche illuminato ha detto, non potevano mancare le paroline del vaticano e la gara, sembra di molti, a fare proprio con la chiesa bella figura. Addirittura Giuliano Ferrara, ma anche Veltroni, non parliamo ovviamente del PDL e dell’UDC che sembra quasi una tenenza dell’Opus Dei.
C’è anche la destra, ma la destra almeno è di destra, così come la sinistra di Bertinotti che oggi si riunisce, dopo essersi divisa per anni in tre partiti comunisti tutti uguali tranne che nel nome dei leaders.
L’Italia dei valori, insomma, ma qual è?
Quella di Di Pietro non c’è più perché è andato nel PD……(scherzavo, non intendevo quell’Italia dei valori)
“Siamo nati per cambiare l’Italia” dice Veltroni nei suoi manifesti, mentre Berlusconi dice agli italiani di “Rialzarsi”.
Insomma tutti ci danno consigli, ci invitano all’ottimismo, passando per la terapia intensiva e la rianimazione.
Si ricomincia con le cene di partito, dove è facile trovare chi diventa di destra, di centro o di sinistra a seconda dell’occorrenza, o meglio del menù.
E pensare che sarebbe tutto così semplice.
Qualcuno ha scritto che gli italiani hanno grandi qualità ed una forte predisposizione, con successo, nell’arte di arrangiarsi. Infatti, non è un caso che in questa crisi economica evidente e penosa, si riesca a vivere e a non fare la guerra civile. Non sarà gratificante vedere la vecchietta che, a fine mercato, raccoglie i rimasugli di frutta e verdura; non è bello che Napoli, e non solo lei, sia ridotta così…..ma poi, in fin dei conti riusciamo sempre a cavarcela e allora?
All’estero fanno fatica a capirci, ma secondo me il mistero sta nel fatto che in questo paese così democratico, in realtà c’è sempre stata l’anarchia che, mascherata dai nostri modi educati, dai bei vestiti e dal buon comportamento ha sempre confuso qualunque interlocutore.
Sembra che le frange più estreme dei no-global, siano stranieri, che vengono in Italia a rendere più furiose le pacifiche dimostrazioni dei nostri “rivoluzionari”, al massimo “disobbedienti”, manifestanti……….fosse per questo che non li beccano mai?
Ma dentro di noi siamo così, anarchici e piagnoni, incoerenti e un po’ irresponsabili e, non ve la prendete, se dico pure un po’ vigliacchetti.
Una delle fortune è che quasi l’80% degli italiani è proprietario di casa, e la casa è il primo dei valori e degli obblighi che danno poi sicurezza e protezione e che ci aiutano a “chiuderci dentro” e serrare porte e finestre. Per il 20% di sfortunati c’è poco da battersi. Del resto siamo bravi a fare anche il pane a casa, ci basta un filmetto, un po’ di caffè e la famiglia.
Andiamo ancora a votare per farci vedere, perché è un dovere, più che per cambiare le cose. Infatti spesso ci divertiamo a sporcare le schede o a lsciarle bianche. Andiamo a votare perché si vota la domenica e dopo la messa, le pastarelle, e le partite, votare conclude la giornata.
Siamo dipendenti di tutto quello che oggi non ci piace più, ma non ne potremmo più far a meno.
Odiamo il festival di San Remo, ma perdiamo tempo a parlarne nel bene e nel male.
Amiamo il potere più dei soldi e del sesso, perché c’è in noi quel briciolo di sale mafioso che è molto italiano.
Viviamo ancora delle glorie del nostro passato e questo basta a farci sentire grandi verso chiunque. Non rinunciamo a niente ed il sacrificio è una parola da cancellare. E’ quasi un peccato, l’espiazione di una colpa. E noi, nati e cresciuti con i sensi di colpa, regalo gratuito ma obbligato della nostra madre chiesa, non possiamo più privarcene.
Pensavamo di essere europei, ma siamo e saremo sempre italiani.
Oggi credo che se volevamo mantenere veri e saldi i nostri principi e le nostre virtù, dovevamo rimanere isolati. Rifiutare gli aiuti e mantenerci da soli. Potevamo diventare la Svizzera o la Colombia, chissà, ma almeno i nostri panni sporchi li lavavamo in famiglia. Avevamo così qualche complesso in meno e meno frustranti esempi con i quali convivere. Frustranti per noi naturalmente che abbiamo visto, come in Europa, ci hanno superato tutti.

Roma Fabrizio

P.S. Non ammalatevi mai e non fate vedere a nessuno che avete problemi, qualcuno ne gioirà….e fa più male del male.